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venerdì 13 gennaio 2017

Tina Modotti e la fotografia

“Mi considero una fotografa e nient’altro, e se le mie fotografie sono diverse da quelle che si fanno in genere è perché cerco di produrre non arte ma fotografie autentiche, senza trucchi e manipolazioni, mentre la maggior parte dei fotografi aspira a effetti artistici o imita altri generi di rappresentazione, ottenendo un prodotto ibrido. (…) Non si tratta di stabilire se la fotografia sia arte o no; si tratta piuttosto di distinguere tra buona fotografia e cattiva fotografia. Buona è da considerarsi quella che accetta tutti i limiti inerenti alla tecnica fotografica e utilizza tutte le possibilità e le caratteristiche che questo mezzo offre. (…) Già per il fatto di potersi produrre solo nell’attualità e sulla base di ciò che esiste obiettivamente, la fotografia è il mezzo migliore per registrare la vita oggettiva in tutte le sue forme fenomeniche; da qui il suo valore di documento e se a ciò si aggiunge sensibilità e conoscenza della cosa, e soprattutto una posizione chiara rispetto al suo ruolo storico, il risultato è degno, mi pare, di occupare un posto nella produzione sociale alla quale tutti dobbiamo contribuire.” 
(Tina Modotti, tratto da “Mexican Folkways”)

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