“Mi considero una
fotografa e nient’altro, e se le mie fotografie sono diverse da quelle che si
fanno in genere è perché cerco di produrre non arte ma fotografie autentiche,
senza trucchi e manipolazioni, mentre la maggior parte dei fotografi aspira a
effetti artistici o imita altri generi di rappresentazione, ottenendo un
prodotto ibrido. (…) Non si tratta di stabilire se la fotografia sia arte o no;
si tratta piuttosto di distinguere tra buona fotografia e cattiva fotografia.
Buona è da considerarsi quella che accetta tutti i limiti inerenti alla tecnica
fotografica e utilizza tutte le possibilità e le caratteristiche che questo
mezzo offre. (…) Già per il fatto di potersi produrre solo nell’attualità e
sulla base di ciò che esiste obiettivamente, la fotografia è il mezzo migliore
per registrare la vita oggettiva in tutte le sue forme fenomeniche; da qui il
suo valore di documento e se a ciò si aggiunge sensibilità e conoscenza della
cosa, e soprattutto una posizione chiara rispetto al suo ruolo storico, il
risultato è degno, mi pare, di occupare un posto nella produzione sociale alla
quale tutti dobbiamo contribuire.”
(Tina Modotti, tratto da “Mexican Folkways”)
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